Armatevi di palline, addobbi, lucette, presepi e pastorali, il Natale sta arrivando e sarà l’Immacolata ad annunciare l’inizio dei festeggiamenti.
I palati si preparano, le bilance si nascondono , i parenti si allenano per le domande più imbarazzanti. La tradizione del Natale si deve compiere e non vediamo l’ora che accada
(anche per te che dici di odiare le feste!)
Vi invito a vivere il piacere del Natale attraverso un sguardo nuovo, quello delle nostre tradizioni.
L’8 DICEMBRE: Quando tutto ha inizio
Questo è il periodo dell’anno in cui le feste si raddoppiano e la vigilia assume un’importanza pari alle feste comandate. Cominciamo così dalla giornata che sancisce l’inizio alle festività natalizie nella mia Famiglia Oritana: la Vigilia dell’Immacolata.
Preparate il bavaglino, si mangia!!
La tradizione non è tradizione se non passa dalla tavola.
La mattina della Vigilia mia madre si sveglia presto, all’alba, pronta a trimpare (impastare) la pasta delle pettole, soffici nuvole di pasta fritta indiscusse protagoniste del Natale. Le pettole vengono mangiate durante il pranzo, dolci o salate, insieme a li Gnocchi cu lu baccalai (il risone con il baccalà) , l’immancabile vino e la compagnia di tutta la famiglia riunite per assaporare le prime delizie culinarie della tradizione.
Non solo pettole
Da qualche giorno è possibile trovare , nascoste nella dispensa, altri dolci della tradizione che verranno serviti in serata o durante il pranzo di Natale. Mi riferisco alle cartiddhati ( cartellate ) e purcidduzzi conditi con un dolcissimo miele o lu cuettu e la scorza del limone, eh mamma mia che languorino!!!
Banchettiamo! (come il Natale di una volta)
La famiglia è riunita intorno ai nonni che condividono con tutti noi i racconti e i ricordi della festa. Raccontano di come il pranzo fosse diverso da quello di oggi, perché a volte si digiunava per devozione all’Immacolata. Poi all’arrivo della sera si banchettava tutti insieme con amici e parenti intorno alla fraceddha con pettole, lupini e vino.
La serata continua con i più piccoli, ai quali vengono insegnate delle filastrocche in dialetto:
Bambinieddu zuccherato, sentu na puzza ci ta cacatu?
No mogghiu cacatu no mogghiu pisciatu so stati li pettuli ca mogghiu mangiato.
E gli adulti? Oltre a mangiare, i più dediti al gioco, danno inizio agli incontri clandestini di Tombola, 3sette, Briscola e 7mezzo.
Preparate i vostri denari gente (centesimi , l’euro per i più trasgressivi) si gioca duro, si gioca fino a tarda notte.
Il Dogma
Non dimentichiamo cosa rappresenta la festività. L’Immacolata Concezione è un dogma cattolico proclamato nel 1854, cui chiesa cattolica ne celebra la solennità l’8 dicembre. Il dogma si riferisce alla purezza di Maria , immune dal peccato originale sin dal concepimento.
Ma cos’è il dogma? Non il film comico/fantastico del 99 di Kevin Smith, ma si intende un principio che si accoglie per vero, senza esame critico.
Ma quante altre tradizioni ci sono da raccontare
Pensate, mentre preparavo questo articolo natalizio, in molti luoghi come Taranto Vecchia, è già in atto la “novena”, un altro momento religioso che lega molti paesi della Puglia in onore della “Concetta Immacolata”.
Insomma il Natale in Puglia è ricco di tradizioni che passano dalla cucina, dalle luci ai falò, dai presepi viventi alle tombolate in città, dalle processioni alle messe suggestive svolte all’alba.
Io non vedo l’ora, e voi?
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